venerdì 16 novembre 2012

Controllo del tempo

Il mio rapporto con il tempo è conflittuale. Quando ero alle superiori, e non riuscivo proprio ad ascoltare la lezione, puntavo l'orologio un quarto d'ora indietro, così quando guardavo che ora era, sapevo che mancava meno tempo alla fine. Una sorta di automotivazione. Se le lancette segnavano le undici e un quarto, in realtà erano le undici e mezza. Un grande sollievo... All'università le cose sono cambiate. Le lezioni non erano obbligatorie, quindi potevo uscire quando volevo. Il tempo non era un problema. Tuttavia, per un certo periodo ho sviluppato una strana abitudine: il quarto d'ora accademico del periodo universitario. Quando uscivo con i miei amici ero (quasi) sempre in ritardo di quindici minuti. Nè più nè meno. Però, sono sempre arrivato puntuale agli esami. E adesso, quando lavoro, non arrivo mai in ritardo. Quindi, si può dire che dal punto di vista professionale sono affidabile. Qualche volta mi capita ancora di essere in ritardo, ma a chi non succede? A sostegno della mia tesi riporto sotto due aforismi.

La puntualità è la virtù di chi si annoia  (Evelyn Waugh)
La puntualità è il ladro del tempo (Oscar Wilde)  

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