martedì 25 settembre 2012

Una delle più belle

A volte ripenso a quando frequentavo le superiori e a quello che (non) studiavo. Tra le cose che mi sono rimaste più impresse c'è questa poesia di Eugenio Montale (premio Nobel per la letteratura nel 1975). Il poeta ha scritto questo componimento in memoria della moglie. Nel testo Montale ricorda il tempo passato insieme e quello attuale senza di lei. La cosa che colpisce di più è la consapevolezza della grande sensibilità che lei aveva e di come riusciva a vedere la realtà per quella che è. Senza illusioni o apparenze. 
Non sono un grande esperto di poesie, però ne esistono alcune che meritano senza dubbio di essere conosciute e questa è una di quelle.
Dopo il testo ho inserito un video in cui questa poesia viene recitata.

Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale

Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, nè più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.

Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perchè con quattr'occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perchè sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue. 

1 commento:

  1. Montale... l'apice... questa è famosa ma ce ne sono tante altre meno note altrettanto belle. A distanza di (molti) anni ricordo bene il fervore con cui ce ne parlava la prof. al liceo, ce lo ha davvero fatto apprezzare. E il tema della maturità l'ho fatto su di lui!

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