martedì 30 ottobre 2012

Orgoglio e libertà

Il mio rapporto con i libri di Italo Calvino è sempre stato altalenante. Alcuni mi piacciono tantissimo, li ho letti e riletti con rinnovata soddisfazione. Mentre altri non mi hanno mai coinvolto. Ovviamente, il post di oggi riguarda uno di quelli inseriti nella mia top ten. Il libro è Il barone rampante. Tutta la storia nasce da una decisione presa in un momento di ribellione, ma destinata a diventare permanente. Un ragazzo di dodici anni, figlio di una famiglia nobile decaduta, sale su un albero per sottrarsi agli ordini dei genitori. Non scenderà mai più. La vita sugli alberi  del giovane Cosimo Piovasco di Rondò è un'avventura infinita, fatta di luoghi da esplorare, amori passionali, tante amicizie, incontri autorevoli e soprattutto la piena libertà vissuta insieme al suo cane Ottimo Massimo. I suoi genitori, a terra, sono convinti che prima o poi quel figlio irrequieto si stancherà di arrampicarsi sugli alberi, saltando da un ramo all'altro. Ma non succederà. Neanche quando, alla morte del padre, Cosimo diventerà barone e dovrà gestire gli affari di famiglia. Il fratello Biagio (che è anche il narratore della storia) è la persona più vicina a Cosimo. Lo ammira e gli è molto affezionato.  
La caratteristica di Cosimo che mi colpisce di più è la sua forza di volontà, unita alla capacità di rimanere sempre fedele a se stesso. Anche nei momenti più difficili e incerti, come accade nel corso del libro e in particolare nel finale.

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