martedì 18 settembre 2012

Metà buona e metà cattiva

Forse leggendo il titolo avrete pensato a Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde, famoso libro di Robert Louis Stevenson  in cui l'autore tratta proprio il tema della doppia personalità. Ma non è quello che ho in mente. Il romanzo di cui vi parlo oggi è Il visconte dimezzato di Italo Calvino. Se è vero che ognuno di noi ha dentro di sè una parte buona e una oscura, è possibile separare questi due lati dando vita a due individui distinti? Nel libro di Calvino succede proprio questo.
Il protagonista è il visconte Medardo di Terralba, signore amato e rispettato dal suo popolo, che rimane vittima di uno strano fenomeno. Durante una guerra, il visconte viene diviso a metà da una palla di cannone. Tornato a palazzo, il visconte comincia a comportarsi in modo spietato: uccide chiunque gli si oppone e commette ogni sorta di atrocità, privo di qualsiasi morale. Per questo motivo viene soprannominato il Gramo. Continuando la lettura si scopre che esistono due visconti: uno cattivo e uno buono, che compare solo verso la metà del libro. La sola cosa che hanno in comune è l'amore verso Pamela, furba contadina che accetta la proposta di matrimonio di ciascuna metà del visconte. Il giorno della cerimonia i due visconti si incontrano e iniziano a duellare per conquistare la mano di Pamela. Dopo aver sferrato diversi colpi, entrambi feriscono l'avversario ad un fianco. Sfruttando quel momento il dottor Trelawney riesce a bendare assieme le due metà e a riformare il visconte Medardo, pronto, dopo alcuni giorni di riposo, a sposare Pamela. 
Il modo di scrivere di Calvino è coinvolgente e avvolgente. Da un lato la storia è divertente, ma dall'altro, nelle ultime pagine del libro, emerge un senso di malinconia. Questa sensazione viene trasmessa dal narratore della storia, un nipote del visconte che rimane solo dopo aver perso i genitori e il suo migliore (e unico) amico.

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